Employee Engagement ed organizzazione aziendale: sai proprio tutto?

Come agire sull’organizzazione per migliorare il coinvolgimento dei dipendenti, creando un ambiente aziendale sereno e produttivo in cui esprimere il talento.

Employee Engagement ed organizzazione aziendale: sai proprio tutto?

In questo studio apparso su Worklife, Jon M. Jachimowicz, Assistant professor  di comportamento organizzativo presso la Harvard Business School, si interroga su come mai così tanti lavoratori abbiano perso interesse nel loro posto di lavoro e identifica una delle cause principali nella Pandemia di Covid-19, la quale ha generato una maggior predisposizione all’introspezione nei lavoratori, che sempre più spesso hanno iniziato a porsi domande sulla loro situazione professionale e sulla soddisfazione personale che effettivamente ne deriva.

Allo stesso modo, trovandosi a lavorare a distanza, molte persone hanno capito di non amare veramente il loro lavoro e si sono trovate in grosse difficoltà a svolgerlo da remoto, senza poter contare su un supporto efficace dei loro datori di lavoro. Possiamo ricondurre in questi elementi una delle origini del fenomeno noto a tutti come le “Grandi dimissioni”, ormai diffuso a livello globale.

A questo punto è necessario domandarsi quali azioni concrete possano essere intraprese dalle aziende per favorire la retention dei propri dipendenti e creare le condizioni di lavoro migliori in cui si possano esprimere: entra in gioco l’Employee Engagement.

Employee Engagement: che cos’è esattamente?

Quando parliamo di employee engagement ci riferiamo ad una serie di fattori che correlano il livello di motivazione e la produttività e che possono essere sintetizzati con “coinvolgimento dei dipendenti”. Si tratta tecnicamente di una metrica in uso nel mondo HR per capire in che modo i dipendenti si sentano predisposti verso lavoro che svolgono, coinvolti nelle dinamiche aziendali e influenzati positivamente dal senso di appartenenza all’impresa che hanno sviluppato. Il risultato della combinazione di questi fattori porta a comprendere quanto le persone siano impegnate nel raggiungimento degli obiettivi aziendali e siano propense a rimanere a lungo all’interno dell’organizzazione, soddisfatte e motivate dalla proposta di valore offerta loro  dall’azienda (meglio nota come Employee Value Proposition).

L’employee engagement è un concetto che va ben oltre la remunerazione e la posizione gerarchica, ma che comprende dinamiche profonde di relazione tra colleghi e all’interno dei team, effettiva partecipazione alla vita aziendale e coinvolgimento sulle decisioni e gli obiettivi, oltre che nei principi che fondano la cultura d’impresa in cui si vive la propria quotidianità professionale.

Organizzazione aziendale: le best practices per migliorare l’employee engagement

È dimostrato che l’entusiasmo ed il coinvolgimento dei dipendenti è massimo nei primi anni di assunzione, per poi subire un calo con il trascorrere degli anni. Qui di seguito alcune buone prassi da seguire per mantenere alto il livello di engagement dei propri dipendenti, da adattare alla propria organizzazione in ottica di employee experience sulla base delle dinamiche e delle logiche più affini ai processi e all’ambiente di lavoro in essere:

  • Ascolto: i dipendenti vanno ascoltati, per capire quali aspettative esaudire, quali necessità supportare, quali conflitti risolvere, quali proposte implementare, quali relazioni cementare. L’ascolto è alla base di ogni strategia di employee engagement: via libera quindi a survey, incontri one-to-one, exit interview. L’ascolto da solo però non basta: devono seguire delle azioni concrete e misurabili, in modo da correggere eventuali errori ed avere sempre il polso della situazione;
  • Celebrazione: i dipendenti più coinvolti sono quelli che si sentono apprezzati, che vedono riconosciuto il valore del loro impegno. Non è solo con la remunerazione o con bonus incentivanti che si trattengono le persone: la recognition ha un valore fondamentale. È necessario pensare a momenti di celebrazione da far diventare occasioni di socialità, e “spezzare” così la routine quotidiana, promuovendo i valori fondanti su cui si basa la cultura aziendale;
  • Leadership: la relazione con il proprio diretto superiore o con il proprio team di lavoro è spesso fonte di stress per le persone, se non gestita correttamente. È importante curare la personal leadership dei responsabili e supportarli nella gestione delle persone, con formazione costante ed esempi virtuosi;
  • Feedback: la cultura del feedback è essenziale in un’organizzazione che vuole crescere. Le persone hanno bisogno di confronti aperti e sinceri che stimolino il miglioramento continuo ma per arrivare a questo hanno bisogno di imparare a dare e ricevere feedback in maniera chiara, efficace e rispettosa;
  • Condivisione: spesso i dipendenti sono concentrati sulle proprie attività quotidiane senza rendersi conto dell’impatto diretto o indiretto del loro lavoro sui risultati aziendali. Una condivisione trasparente di obiettivi e risultati strategici da parte del management, da gestire con incontri dedicati o con pubblicazioni periodiche, favorisce il senso di appartenenza all’organizzazione e al sentirsi parte di un progetto più ampio;
  • Formazione: un posto di lavoro dove poter migliorare le proprie competenze e la propria professionalità è il posto di lavoro ideale. La formazione va incentivata e promossa, ripensandola in chiave digitale per renderla flessibile, accessibile ed efficace;
  • Relazioni: gli ambienti di lavoro sono luoghi di socialità, prima ancora che di produttività. È fondamentale favorire le relazioni creando occasioni di incontro e di confronto informale, promuovendo l’inclusione e l’accettazione degli altri. Si possono poi organizzare team building dedicati, per aiutare gruppi di lavoro a collaborare con successo ad obbiettivi comuni, appianando le divergenze e comunicando in maniera più efficace;
  • Welfare e Wellbeing: un ambiente di lavoro piacevole e confortevole non può che favorire la motivazione dei dipendenti. Oggi però le persone cercano qualcosa di più: l’equilibrio vita privata-lavoro è al centro delle riflessioni dei lavoratori, che sempre più spesso desiderano flessibilità e iniziative/servizi sostenibili pensati per le loro esigenze. Programmi di welfare e wellbeing innovativi sono elementi che arricchiscono la proposta professionale, offrendo ai dipendenti beni e servizi che li supportino nel raggiungere il benessere fisico, psico-fisico, economico e finanziario.

Tutti questi elementi, combinati in una strategia da adattare alle proprie dinamiche aziendali, contribuiscono a favorire un maggior coinvolgimento delle persone, favorendo la retention e diminuendo il turnover rate.

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